Cremella: cyberbullismo, gli alunni di classe quinta dicono NO

Gli alunni della classe quinta della scuola primaria di Cremella si sono alleati contro...il cyberbullismo. E' stato proprio quest'ultimo il tema che ha coinvolto i ragazzi in un interessante progetto che ha preso il via nel mese di marzo; nell'arco di due settimane gli studenti del plesso cremellese hanno letto un libro intitolato ''Pronto. Sono il librofonino'' di Roberto Alborghetti e hanno parlato appunto di un fenomeno molto diffuso ai giorni d'oggi: il cyberbullismo, una forma di bullismo che avviene attraverso strumenti elettronici come PC e telefonini. Secondo loro ancora peggio del bullismo tradizionale in quanto può circolare in tutto il mondo. 

''Il libro parla del mondo e delle persone ma, dal punto di vista di un cellulare che racconta la storia della sua nascita e della sua evoluzione, di come nel tempo ha modificato la vita delle persone, di storie di smobbies (persone che camminano come degli zombie col telefonino in mano), di smartphone e di come gestire il rapporto con il telefonino, dei rischi legati ad un uso improprio dei social network e cyberbulli'' ci hanno spiegato dalla scuola cremellese.

Dopo aver parlato e discusso a gruppi hanno realizzato dei cartelloni, in seguito agli alunni è stata proposta la visione di un paio di video inerenti un ragazzo preso in giro dai compagni, al quale facevano degli scherzi che venivano filmati e poi condivisi sui social.

La visione del video ha fatto discutere e riflettere tutti gli alunni della quinta che hanno analizzato il comportamento dei personaggi in relazione al cyberbullismo. Sono giunti alla conclusione che il cyberbullo è un elemento negativo che si fa forte del fatto che non si trova di fronte ad una persona reale ma offende da dietro uno schermo. 
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Non fermarti alle apparenze e non essere indifferente. Il cyberbullismo non è divertente
Indaga sulle emozioni: rabbia, paure, disperazioni diventano brutte azioni

Gli scolari hanno prodotto dei cartelloni con degli slogan contro il cyberbullismo. Queste frasi sono diventate una filastrocca che è stata anche illustrata, in seguito con la stessa è stato realizzato un video. L'obiettivo è combattere il cyberbullismo perché può veramente fare star male le persone prese di mira.

''I ragazzi hanno capito che bullo è chi offende, ma anche chi non difende e sta zitto, quindi si deve ricordare che l’atto di bullismo non deve essere un segreto, ma un qualcosa che va denunciato, bisogna parlarne. Questo è il vero modo per sconfiggere questo problema e aiutare chi è soggetto a questa brutta forma di mancanza di rispetto, il bullismo si può sconfiggere lavorando sulla coscienza di ciascuno'' ci hanno riferito dal plesso scolastico di Cremella. 

Gli alunni hanno inoltre capito che internet non è in sé uno strumento pericoloso e di offesa ma che lo diventa se utilizzato in modo sbagliato; a questo punto gli alunni della nuova generazione hanno ritenuto necessario inviare a tutti i loro coetanei un chiaro messaggio attraverso una pubblicità progresso per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema dicendo stop al cyberbullismo, proponendo come ''cura'' la gentilezza, la pace e il rispetto. 
I realizzatori del progetto sperano che molti accolgano l'iniziativa. 

Lo scorso 15 aprile poi, si è tenuto l’incontro con l’autore del libro letto dagli alunni, Roberto Alborghetti, che ha fatto visita alla scuola di Cremella. L'ospite - oltre ad aver risposto alla domanda: come nasce un libro - ha spiegato quelle che dagli scolari  sono state definite ''Cose molto importanti che non sapevamo''. Innanzitutto la scoperta della luce blu, molto più forte dei raggi solari, che può provocare danni agli occhi. La parola TAS (tasso assorbimento specifico) che indica il livello di luce blu emesso da un dispositivo e che ne certifica l’idoneità. I diversi problemi che la luce blu può causare: dall’inibire la secrezione della melatonina causando l’insonnia, al danneggiare l’occhio fino alla degenerazione maculare e all’epilessia fotosensibile. 
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Non è da deboli chiedere aiuto. Se sei preso di mira non stare muto
Il cyberbullismo odia aspettare, la tua gentilezza è ora di mostrare

Quando si prende un videogioco poi, bisogna sempre leggere le indicazioni che vengono fornite riguardo l’età, la presenza di immagini che potrebbero essere forti, le regole di gioco. Controllare il PEGI- metodo di classificazione dei videogiochi.
Infine la regola dei tre 20: nei giochi più seri si può vedere la scritta 20, 20, 20 che significa – dopo venti minuti di gioco bisogna staccarsi per almeno altri venti minuti e portare lo sguardo a venti metri di distanza.

''Queste sono state le informazioni che più hanno colpito i ragazzi, c’è stato poi l’entusiasmo per aver fatto partecipe l’autore del libro delle loro riflessioni e non è mancato il momento degli autografi'' hanno raccontato dalla scuola di Cremella.
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