Casatenovo: reduci dal congresso dei Parkinsoniani a Rimini, Biffi e Pennati lanciano un messaggio di speranza (e un'idea)

Curarsi per stare meglio è fondamentale, ma altrettanto importante è lanciare un messaggio di ottimismo e speranza perchè in fondo, non parlarne o addirittura non accettare questa condizione non può che peggiorare le cose.
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Da destra Francesco Biffi e Federico Pennati davanti alla sede della Colombina

E' con questo spirito che Francesco Biffi e Federico Pennati, volontari più che attivi nell'associazionismo di Casatenovo (impegnati in passato anche nell'amministrazione comunale), hanno voluto condividere con noi l'esperienza inedita e particolare che hanno vissuto lo scorso 13 aprile quando, accompagnati dalle loro mogli, si sono recati a Rimini per prendere parte al congresso nazionale di AIP (Associazione Italiana Parkinsoniani). Una due giorni fatta di tavole rotonde ma soprattutto di confronto con altre persone accomunate dalla lotta contro la stessa malattia, che ha fornito ai due casatesi interessanti spunti per andare oltre le sfide che ogni giorno sono chiamati ad affrontare da quando hanno dovuto prendere atto di quella diagnosi, impietosa e che senza dubbio ha scombussolato le rispettive esistenze. Perchè il Parkinson fa paura, soprattutto all’inizio; ma una volta abituati a convivere con la necessaria terapia farmacologica, si comprende quanto sia necessario curare il corpo, ma soprattutto lo spirito. 
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''La peggior cosa è non accettare questa condizione. Bisogna al contrario cercare di mantenersi al meglio, sia a livello fisico, sia mentale. Coltivare interessi'' ci ha detto Federico Pennati, 76enne anima dell'associazione Colombina di Casatenovo che ha scoperto la malattia ormai dieci anni fa. Quel tremore alla mano lo aveva spinto ad effettuare qualche accertamento in ospedale: a stretto giro era arrivata la diagnosi, all'inizio inaspettata e spiazzante. ''L'ho presa con filosofia, certo non è facile perchè si tratta di una malattia incurabile e progressiva e la stanchezza fisica alcune volte si fa pesante. La paura più grande per quel che mi riguarda è quella di perdere piano piano l'autonomia. Ma non rinuncio a coltivare il mio orto e a fare quello che mi piace, anche qui in associazione. Anzi, mi piacerebbe aprire le porte della Colombina a qualche attività ludica che possa essere d'aiuto a chi come me, deve lottare contro il Parkinson. Ad esempio un corso di ballo''.
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Seguire il ritmo, quel che la danza in qualche modo invita a fare, è più che consigliato. Ce lo ha confermato anche Francesco Biffi, spiegando appunto come il coordinamento e l’equilibrio ad un certo punto inizino a ridursi e allora bisogna fare il massimo per mantenersi in una buona condizione fisica, allenandosi ad esempio con il cammino e la fisioterapia, ma non solo.
''La parola d'ordine è non mollare'' ci ha spiegato il presidente di Sentieri e Cascine, 71 anni e residente a Cassina de' Bracchi. Lui che ha speso gran parte della propria esistenza nella valorizzazione del territorio, facendo scoprire gli angoli più belli di Casatenovo e non solo, ha iniziato progressivamente ad avvertire una certa stanchezza, come se il movimento risultasse rallentato.
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I due casatesi con le consorti durante il fine settimana a Rimini

''A mancare ai parkinsoniani è la dopamina. La terapia farmacologica aiuta a colmare questa assenza, ma è più che fondamentale proseguire l'attività fisica, non isolarsi. Io ho scoperto la malattia durante il periodo Covid e questa circostanza ha ritardato la diagnosi di almeno un anno  rappresentando un ulteriore ostacolo perchè era limitata la possibilità di uscire di casa. Appena ho potuto però, ho ripreso a camminare e lo faccio costantemente, sulla base delle mie possibilità, senza esagerare perché la fatica arriva presto ed il recupero è lento. E' fondamentale curarsi da noi stessi: stare bene dipende solo e soltanto da noi'' ha aggiunto il volontario, grato - così come l'amico Federico - dell'esperienza vissuta a Rimini, dove entrambi hanno potuto entrare in contatto non soltanto con medici e professionisti, ma anche e soprattutto con persone come loro, in qualche modo ''travolte'' dalla malattia, ma determinate ad affrontarla.
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Oltre al cammino ed alla fisioterapia, basilari, il ballo, lo yoga della risata, fino al tai-chi: sono diverse le attività consigliate ai parkinsoniani e i due casatesi sono pronti ad aggregarsi a chi volesse affrontare questo ''male'' in un contesto differente, caratterizzato da un positivo confronto con altri e perchè no, da qualche momento di spensieratezza. ''Le porte della Colombina sono aperte: noi siamo pronti a mettere a disposizione i nostri spazi'' ha ribadito Federico Pennati, cogliendo l'occasione di questa intervista per lanciare un messaggio di speranza e di condivisione e per intercettare eventuali soggetti interessati alla proposta. Del resto da sempre il motto dell'associazione di Piazza per la Pace è: ''tutti insieme per stare meglio''. Un invito - anche in questo caso - più che mai azzeccato.
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G.C.
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